(di Pino Aceto) Qualcuno avrà da dire: “Era ora”! Già, è sempre positivo – pur tardi ma meglio che mai –  un’evoluzione del mondo del soccorso che preveda un vero riconoscimento professionale a chi si occupa di emergenza-urgenza sanitaria in ambulanza.

Le iniziative legislative sul tema – da ultimo, il disegno di legge presentato al Senato a firma dell’On. Gaspare Antonio Marinello (Disciplina del riconoscimento della professione di autista soccorritore), che prevede l’istituzione di un corso di abilitazione per conseguire il titolo – sono state molte.

Al momento, nel sito del Senato della Repubblica, non è presente alcuna informazione in merito, ma da informazioni “di corridoio”, sembra che il disegno riprenda l’iter e le bozze già presentate fino alla 17a legislatura, comunque ripresentato in data 28 marzo 2018 e annunciato nella seduta n. 3 del 28 marzo 2018 della 12a Commissione permanente (Igiene e sanità), l’oggetto che più colpisce è sicuramente la durata della formazione relativa al riconoscimento del professionale di “autista-soccorritore”: 1000 ore  (quasi come un master universitario da 60 cfu).

Proprio per la durata della formazione da dover somministrare ai propri volontari (non solo dipendenti), Anpas, Croce Rossa e Misericordie esprimono forte preoccupazione per non essere state ascoltate dalle Commissioni competenti sul tema relativo all’istituzione e al riconoscimento della figura professionale dell’autista-soccorritore. Da segnalare che in Italia una larghissima parte del sistema di emergenza-urgenza è affidata al mondo del volontariato che, in virtù del decreto legge, subirebbe significative complicazioni se non, da ultimo, lo stop delle attività di risposta alle emergenze-urgenze territoriali. Ma non sono solo questi i punti che colpiscono, i requisiti di accesso alla formazione per esempio: “Per l’accesso ai corsi di formazione professionale di autista soccorritore di cui all’articolo 2 è richiesto il diploma di istruzione secondaria di primo grado, il possesso della patente di guida…”. Chi non è in possesso della patente, non può essere “soccorritore” non essendo prevista quest’ultima figura; ma ci sarebbe moltissimo da dire anche sulle durate dei moduli formativi, esageratamente dilatate nel tempo di erogazione che, agli occhi di chi si occupa di formazione, risultano quasi offensivi per l’intelligenza dell’allievo.

In Sicilia, da anni, le principali reti di volontariato (Anpas, Croce Rossa e Misericordie) ma anche altre reti regionali, hanno usufruito, dietro input ben precisi lanciati dalle stesse, della formazione dei propri volontari e dipendenti che si occupano di emergenza-urgenza in regime di “Eccedenza” (succede solo in Sicilia) con dei Decreti ad hoc, recentemente abrogati con la pubblicazione di un nuovo dispositivo giuridico quale il Decreto dell’Assessorato Regionale della Salute del 29 ottobre 2018; neanche il tempo di esser pubblicato in Gazzetta Ufficiale che è già stato modificato e, probabilmente – a giudicare dalle “voci di corridoio” e dai rumors degli addetti ai lavori –  modificato ancora nell’immediato futuro.

In sintesi, in Sicilia, per poter effettuare il servizio in ambulanza, le certificazioni sono di due tipi: OTSSA (Soccorritore di 1° livello) che abilita all’impiego in ambulanza per “servizi secondari” (trasporti, dimissioni ospedaliere etc etc) e OTSEA (Soccorritore di 2° livello) che abilita al servizio in ambulanza di emergenza-urgenza, entrambi, necessitano di circa 140 ore di formazione.

Tornando comunque alla bozza di decreto legge, con una richiesta a firma congiunta, Anpas, Croce Rossa e Misericordie, hanno richiesto alle competenti Commissioni di Camera e Senato di essere ascoltate sul tema, in quanto, ad oggi, risultano essere tra i principali gestori del servizio di trasporto sanitario di emergenza e urgenza e conoscono, pertanto, approfonditamente e concretamente le necessità e i fabbisogni del sistema emergenza-urgenza e degli operatori del settore.

È allarmante che, nonostante le richieste formali fatte pervenire alle opportune sedi, attraverso richieste di audizioni, il Governo e il Parlamento non stiano prendendo in considerazione il mondo del volontariato che da sempre svolge servizio di trasporto in emergenza.

Il ddl del Senatore del Movimento 5 stelle dovrebbe essere discusso in Commissione – verosimilmente la Commissione Igiene e sanità – il prossimo 2 giugno 2019.